Opere di Paolo Gubinelli

Opere di Paolo GubinelliPAOLO GUBINELLI: L’infaticabile sperimentatore.

Nel 1910 Vasillij Kandinskij non solo iniziava la stesura di quel testo fondamentale per la comprensione della sua poetica che è “spirituale nell’arte, ma realizzava il primo acquerello astratto nella storia della pittura, dove l’astrazione non arrivò come un fulmine a ciel sereno, ma, di contro, come una conquista colta e raggiunta dopo un percorso ricco di esperienze, di incontri e come frutto di una infaticabile sperimentazione.

Perché ho voluto ricordare ciò, ma perché anche l’attività artistica di Paolo Gubinelli si innesta in questa storia fatta di esperienze di situazioni, di incontri, di sperimentazioni per, poi, giungere alla definizione di una poetica dove è l’acquerello l’assoluto padrone, unitamente alla carta (e poteva essere diversamente da un marchigiano!?) che rappresenta la materia privilegiata per dare risposta alla assillante sua urgenza interiore: vale a dire quella di cogliere nel profondo delle cose l’elemento spirituale.

La ricerca di Gubinelli, che si applica e si estende anche alla ceramica e al vetro dove riesce ad ottenere autentiche magie cromatiche (e chi sa qualche cosa di come sia difficile ottenere certi colori e certe sfumature da quei materiali può sicuramente apprezzare a pieno la effettiva qualità), la ricerca di Gubinelli dicevamo va inquadrata, a mio avviso, in due filoni quello relativo al colore e quello relativo alle superfici.

I colori, sempre come velati, tenui, delicati, leggeri e raffinati, sono stesi in maniera liquida e danno come la sensazione di un’impronta, riuscendo a creare un effetto di vuoti e di pieni, e sono essi a determinare i confini del “disegno”, quando poi le pennellate non si scompongono, quasi a disgregarsi, o si amalgamano tra loro creando nuove magie di colore.

Riguardo al materiale, che come dicevamo è la carta, c’è come un piacere fisico, da parte dell’artista, nel maneggiarla, nel toccarla, nell’inciderla con graffiti, segni, scalfitture, graffi al punto che la superficie perde la sua specificità fisica e materiale per divenire luoghi di memorie e di percezioni.

Ed in quei segni, in quelle scalfitture, in quel colore violato c’è come una sofferenza, un dolore, un tormento che, proprio in virtù di una manualità voluta, ricercata e ribadita, permette ad ogni opera di travalicare i confini della materia per andare a cercare i luoghi della mente, lontani dalla retorica del quotidiano, ma vicini ad un misterioso spazio esistenziale, dove la pregnanza dell’anima della poesia divengono attrazione inevitabile e imprescindibile per un animo nobile e fiero quale quello di Gubinelli.

Insomma l’arte di Paolo Gubinelli risulta essere sottile, ma coraggioso gioco dei contrasti con quella carta pervasa da segni, a volte, appena percettibili, ma tutti penetranti e “incisivi”, nella interpretazione e nella intenzionalità dell’autore, dove lo scopo ultimo è quello di raggiungere un’agognato equilibrio, da comunicare e trasmettere all’osservatore,  attraverso un percorso che parte dalle materie più umili – carta, ceramica e vetro – e che avanza per giungere a quello, più interiore ed intimo, dell’anima.

Ha scritto il filosofo tedesco Eugen Herrigel: “solo un lungo tirocinio può portare alla perfezione e solo quando si è raggiuto l’apice, la conoscenza diventa arte”. Ecco questo è Paolo Gubinelli.

Paolo Gubinelli, biografia.

 

Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti:

 

Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in italia e all’estero.

Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra.

Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico; Roberto Daolio, Claudio Di Benedetto, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.

Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:

Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.

Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.

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